mercoledì 25 febbraio 2015

Cima Lavazze

15 febbraio 2015 tentativo di salita alla Cima Lavazze. E già la prima frase dice tutto. Le previsioni meteo non promettono nulla di buono: precipitazioni salvo un leggero miglioramento nella tarda mattinata.
Fino alla malga le condizioni sono molto migliori di quanto previsto. Assenza di precipitazioni e visibilità discreta (alcune centinaia di metri). Dopo la malga il tempo ha continuato a peggiorare costringendoci alla navigazione strumentale (GPS). Giunti a meno di 200 m dalla vetta, abbiamo deciso di rinunciare e rientrare. Vento, neve e nebbia fitta.
Mentre mi cambiavo il sacchetto contenente i rampant è uscito dallo zaino ed è rotolato per il pendio. Non siamo più stati capaci di ritrovali.
Discesa strumentale (GPS) sino alla malga, dove le condizioni meteo sono leggermente migliorate. Peccato per la sciata; c'era uno strato di 15-20 cm di neve fresca su uno strato vecchio portante.
Sarà per la prossima volta!

venerdì 20 febbraio 2015

Scambiatore di calore in controflusso

Quando ho deciso di provare a birrificare con il metodo All Grain, ho immediatamente pensato a come raffreddare il mosto dopo la bollitura.
Informandomi sui fari siti e forum ho deciso di realizzare uno scambiatore di calore in controflusso.
L'ho costruito con un tubo di rame da 10 m di lunghezza e 10 mm di diametro infilato in un tubo di gomma, di quelli per innaffiare il giardino da 3/4 di pollice. Ho poi utilizzato due TE  filettati da 3/4 di pollice. Su uno dei lati, della parte diritta, ho avvitato un portatubo. Ho quindi fatto in modo che il tubo di rame sporgesse dal tubo di gomma per circa 15 cm per parte. Ho arrotolato il tutto attorno a un secchio, così da ottenere, appunto, una serpentina. Ho quindi inserito la parte sporgente del tubo di rame nel TE e fatto sovrapporre il tubo di gomma al portagomma. Il tubo di gomma lo fissato al portagomma con delle fascette di ferro. Dal lato del tubo di rame ho inserito un raccordo per i rubinetti sotto lavabo con relativa riduzione, lasciando evidentemente sporgere il tubo di rame. Ho quindi avvitato un raccordo rapido sul lato perpendicolare del TE. Ho ripetuto le operazioni sull'altro lato del tubo. In coda ho inserito una pompa del tipo nautico.
In questo modo il mosto scorre all'interno del tubo di rame, mentre l'acqua nella corona esterna che si forma tra il tubo di gomma e il tubo di rame.
Naturalmente, altrimenti non si chiamerebbe "in controflusso" l'acqua fredda scorre in una direzione, mentre il mosto nell'altra.
Ecco due immagini del risultato:


mercoledì 18 febbraio 2015

Cella di fermentazione

L'inizio della mia produzione birricola coincide con il trasferimento nella casa di Cles, nel febbraio 2014. Da subito ho rilevato il problema di non disporre di un luogo a temperatura controllata. La temperatura in entrambi i locali utilizzati, la cantina e il locale caldaia, sono condizionati dalle condizione meteo climatiche esterne.
In gennaio 2015, dopo aver visionato il video https://www.youtube.com/watch?v=wyLaZO-ZYQA, ho deciso di realizzare anch'io una cella di fermentazione.
Allo scopo ho utilizzato un frigorifero dismesso, all'interno del quale ho posizionato una cavo riscaldante. Per il controllo della temperatura ho utilizzato il termostato STC-1000 opportunamente cablato.
Ecco due immagini:


domenica 8 febbraio 2015

Colle Largo - Val d'Ultimo

Anche ieri una uscita scialpinistica da ricordare.
Pericolo valanghe grado 4, vento forte. Scelgo un percorso molto sicuro anche in queste condizioni e al riparo dal vento.
Al bivio sul sentiero estivo, scelgo di seguire la traccia che prosegue oltre. Sbaglio e quindi per portarmi in quota salgo da un sempre più ripido impluvio. La neve è molto alta e la salita risulta oltremodo faticosa. Una pelle non vuole saperne di rimanere al suo posto, faccio molti cambi fino a raggiungere una strada forestale che mi permette di raggiungere la corretta via di salita. Qui finalmente le pelli rimangono al loro posto.
Giunto a questo punto salgo fino in cima, anche se con una certa fatica visto la salita del canalone.
In cima gran vento, perdo e ritrovo una lente degli occhiali che riesco a riparare con la lama del coltello.
Ottima discesa in neve fresca con una leggera crosta superficiale sino al bosco. Da li sino alla macchina ottima neve polverosa.
Anche oggi ho imparato molte cose e mi sono divertito, nonostante i vari disguidi.

Cimon di Bolentina

Venerdì 6 febbraio, giorno del mio quarantanovesimo compleanno ho cercato di salire il Cimon di Bolentina. Una facile salita in Val di Sole sopra l'abitato di Bolentina. Sono arrivato solo fino al bivacco Marinelli, e adesso spiego le ragioni.
Lungo il tragitto in auto mi sovviene di aver dimenticato gli spessori da posizionare fra gli sci e gli scarponi in discesa (uso gli F1 della scarpa). Subito fuori dall'abitato la neve non è stata ancora sgomberata, quindi monto le catene e proseguo. Al primo tornante rompo una catena e in retro marcia mi pianto. Decido di partire comunque rinviando a dopo il problema dell'auto. Dopo qualche minuto mi tolgo la maglia e perdo, ma subito ritrovo, il cellulare.
La neve è abbondante e non c'è alcuna traccia.
E' diverso tempo che non salgo e mi sbaglio salendo troppo presto a sinistra. Risultato: salgo un ripido impluvio sino ad arrivare nei pressi della prima malga.
La neve arriva fin quasi alle ginocchia. Proseguo verso la malga alta e da lì sino al bivacco.
Giunto al bivacco mi tolgo gli scarponi che sono pieni di acqua derivata dallo scioglimento della neve.
Finalmente mi appresto a scendere, ma le pendenze sono moderate, infatti la gita sino al bivacco è sicura anche in condizioni di pericolo marcato, e non riesco ad accennare nemmeno una curva.
Nel frattempo hanno sgomberato la strada e quindi devo scendere per circa 100 m di dislivello sci in mano. Arrivo finalmente nei pressi dell'auto dove devo prima togliere il muro di neve lasciato dal mezzo che ha eseguito lo sgombero e quindi cercare di liberare l'auto. Ci riesco dopo un pò di tempo utilizzando la catena rotta posizionata sotto la ruota.
Nonostante le varie disavventure sono soddisfatto di me stesso: sono riuscito a far fronte a tutti i problemi e a tracciare il percorso in solitaria con neve che arrivava ben oltre le ginocchia per più di 800 m di dislivello.

lunedì 2 febbraio 2015

Il valore intrinseco dei servizi alla persona

La scorsa settimana, in un cotesto diverso da quello di cui parlerò, si è parlato del valore intrinseco di un bene o servizio. Cioè del valore che il bene o servizio ha di per se e non in rapporto al suo valore economico.
Bene, è mia convinzione che i servizi alla persona, sanità, istruzione, servizi sociali, ecc. rientrino in questa fattispecie. Il servizio sanitario, ad esempio, non può essere valutato in termini economici: redditività e costi. In altre parole quanto ci guadagno a produrlo o nelle migliori delle ipotesi quanto mi costa produrlo. Ragionare in termini meramente economici verso un servizio alla persona porta necessariamente a scelte che privano le comunità, soprattutto quelle più piccole di tali servizi.
Pensiamo all'istruzione. Spesso si motiva la chiusura di una scuola in un piccolo abitato con ragioni di eccesso di costi, evitabili trasferendo gli alunni in un plesso scolastico più grande. E già questo sarebbe da dimostrare. Così facendo non si valutano gli effetti sociali di tale scelta.
Ritenere che i servizi alla persona hanno un valore di per se, e che lo stato e le comunità debbano garantirli al di là degli inevitabili costi, non significa legittimare lo spreco. Significa semplicemente ritenere che il dato economico non è il metro corretto per valutare la bontà e il ritorno dell'investimento in tali servizi.
Immaginare di utilizzare gli strumenti economici classici per stabilire gli investimenti nei servizi alla persona è miope e non può che portare al declino della società che facesse una simile scelta.

domenica 1 febbraio 2015

Wurzeralmspitz e Zwisl

Oggi, Nadia e io siamo saliti in scialpinismo prima sulla Wurzeralmspitze, 2376 m, e poi dopo una stupenda sciata in neve fresca fina alla Innere Wurzeralm, siamo risaliti sino allo Zwisl, 2167 m.
Da qui siamo scesi verso la Ausere Wurzeralm e quindi al punto di partenza.
Clima abbastanza freddo, - 9 °C alla partenza, e leggermente ventoso.
Comunque ottima sciata nella polvere.
Grazie a Ruth per aver postato l'uscita su Over The Top, da qui abbiamo preso l'idea.