domenica 21 agosto 2016

Dalla Panarotta al rifugio Cauriol

Da diversi anni coltivavo il desiderio di effettuare la traversata del Lagorai, la c.d. "Translagorai". Quest'anno ho deciso di percorrerne un tratto nei tre giorni a cavallo di ferragosto. Precisamente dalla Panarotta fino al rifugio Cauriol. Naturalmente ho coinvolto in questa "avventura" anche Nadia, mia moglie.
Abbiamo deciso di effettuare il tragitto senza utilizzare alcun rifugio o bivacco, quindi in completa autonomia. Il programma prevedeva:
  • I tappa: partenza Panarotta; arrivo nei pressi del rifugio Sette Selle; distanza 14,5 km; dislivello 1200 m;
  • II tappa: partenza nei pressi del rifugio Sette Selle; arrivo nei pressi del lago delle Stellune; distanza 18,0 km; dislivello 1200 m
  • III tappa: partenza nei pressi del lago delle Stellune; arrivo Baita Monte Cauriol; distanza 16,0 km; dislivello 900 m
Non avendo tutta l'attrezzatura ci siamo rivolti ai nostri amici alpinisti. Ringrazio Ivan Gasperetti per averci prestato la sua tenda e Massimiliano Gasperetti per averci prestato i materassini e lo zaino. Inoltre avevano bisogno di un passaggio; per questo dobbiamo ringraziare l'amico Carlo Nicolodi che ci ha accompagnato prima alla Baita Monte Cauriol dove abbiamo lasciato la nostra macchina, e poi alla Panarotta dove abbiamo iniziato la traversata.
Completata la preparazione, gli zaini pesavano 15 kg ciascuno; troppo per il nostro attuale allenamento, come si rivelerà durante il percorso.
Come previsto sabato 13 agosto alle 8.45 siamo partiti dallo Schalet Panarotta alla volta del rifugio Sette Selle.

Fin dalla prima salita, quella verso il monte Fravort, ci siamo resi conto del peso eccessivo degli zaini.

Arrivati, nel primo pomeriggio, al rifugio abbiamo valutato, sebbene abbastanza stanchi, di proseguire arrivando all'altezza, in quota, della malga Cagnon di sopra. In totale 19,5 km percorsi e 1450 m di dislivello.

Costanti del viaggio saranno fatica e stanchezza, date dall'insufficiente allenamento e dal peso eccessivo degli zaini. Detto questo, altre costanti sono i bei paesaggi e la quasi assenza di persone.




Domenica 14 agosto siamo partiti alla volta del passo del Manghen prima e il lago delle Stellune dopo. Al rifugio, per inciso in fregio a una strada asfaltata aperta al transito, non vedendo alcun cestino, chiedo, dopo aver consumato, dove poter lasciare un pò di rifiuti; il gestore mi dice che lui l'immondizia la deve pagare 80,00 €/mese. Frequento da molti anni la montagna e non mi sono mai permesso di depositare dei rifiuti in luoghi difficilmente raggiungibili, ma credo che un esercizio pubblico a bordo strada non possa rifiutare un tale servizio.
Arrivati nei pressi del lago delle Stellune, dopo aver chiesto delle informazioni, rivelatesi poi sbagliate, abbiamo deciso di proseguire. Raggiungiamo la forcella Busa delle neve a quota 2350 m dove troviamo una ex postazione militare con un piccolo spazio in piano dove poter piazzare la tenda. La vista è spettacolare. In totale 17.5 km percorsi e 1000 m di dislivello.


Durante la notte un forte temporale ci sveglia con una certa apprensione. Siamo infatti a una certa distanza da luoghi abitati e il sentiero in entrambe le direzioni non è di facile percorribilità se bagnato o coperto di tempesta. Il temporale passa dopo una mezzora. Ci rimettiamo a riposare sino all'alba.
Lunedì 15 agosto viste la tempesta sul sentiero e le previsioni meteo che prevedono precipitazioni dopo le 14.00 decidiamo di arrivare al passo Lagorai e poi invece di proseguire lungo le creste, scendere sul sentiero attraverso le malghe per raggiungere il passo Sadole e quindi la Baita Monte Cauriol. Con il seno di poi avremo potuto seguire l'itinerario originale. Infatti le precipitazioni sono scese a pomeriggio inoltrato e per scendere alla malga il sentiero segnato sulla carta topografica non c'era. Abbiamo dovuto farci strada utilizzando la carta, la lettura del terreno e il ricevitore GPS. In totale 17,0 km percorsi e 800 m di dislivello.
Posso sintetizzare questa esperienza con due aggettivi: impegnativa e istruttiva. Sono un pò deluso per non essere riuscito a godere a pieno dell'escursione causa l'impegno necessario per portarla a termine, ma al contempo sono contento per come Nadia e io siamo riusciti a portarla a termine nonostante gli imprevisti.

lunedì 1 agosto 2016

Costruzione protezioni sotto porta Mythos

Sono sempre stato consapevole dell'importanza delle protezioni sotto porta, ma successivamente all'incidente accorso all'amico Mauro Teti durante il viaggio in fuoristrada in Slovenia ho capito l'importanza di avere anche dei punti di ancoraggio su tali protezioni. Applicando alle protezioni i c.d. "rock and tree sliders" si riduce il rischio di contatti accidentali della carrozzeria con la vegetazione e gli ostacoli sporgenti.
Per il mio piacere ho deciso di realizzare e non acquistare dette protezioni così fatte.
Di seguito alcune immagini della realizzazione.




Ecco le protezioni installate.


Qui lo "stato dell'arte" della preparazione di Mythos.